mercoledì 28 marzo 2012

Esclusiva di funzionario3.0: intervista all'ideatore di Crowdculture.se


Il precedente post che presentava il caso studio di Crowdculture.se ha suscitato molto interesse. Ho quindi pensato di contattare gli autori di Crowdculture e fare alcune domande per approfondire il sistema.
Come ho già descritto precedentemente, la peculiarità di Crowdculture è di essere una piattaforma di finanziamento crowd, che raccoglie cioè tantissimi micro finanziatori e, con la modalità dei social network, li convoglia verso i progetti caricati sulla piattaforma . Chiunque può sottoporre all'attenzione della comunità di crowdculture i propri progetti artistici e chiedere di essere finanziato. A rendere particolare crowdculture, rispetto ad altri sistemi di crowdfunding è comunque il fatto che questa piattaforma preveda anche la gestione di finanziamenti pubblici che anzi vengono erogati solo nel caso in cui il progetto abbia ottenuto fondi dalla comunità. Ecco alcune domande che ho sottoposto a Max Valentin, il CEO di Fabel Communication, la società che cura lo sviluppo della piattaforma Crowdculture.se

Ciò che colpisce chi sente parlare per la prima volta del vostro sito è che, a differenza di altri sistemi di crowdfunding, in questo caso i progetti vengono anche confinanziati dal settore pubblico ed anzi, il finanziamento pubblico è determinato dall'ammontare di "crowd money" che un progetto riesce a raccogliere. Avete pensato a come prevenire comportamenti opportunistici? In che percentuale viene finanziato ogni progetto dal pubblico?

Le domande sono connesse e forse non sono quelle più facili a cui rispondere. I fondi pubblici che raccogliamo per gli investimenti in arte sono fissi. Diciamo € 3000 al mese. Questo perchè i partner, pubblici o privati, hanno la necessità di stabilire un budget per i propri investimenti, ma anche perchè vogliamo evitare di finire il denaro all'inizio dell'anno: le possibilità di essere finanziati dal settore pubblico non possono essere basate su un vantaggio dovuto al diverso accesso alle informazioni. La parte "crowd" è invece dinamica, in quanto non sappiamo quante persone investiranno in un determinato progetto. Questo significa che le due parti differiscono nel tempo e noi riallineiamo questa relazione ogni 15 minuti.
Ovviamente non possiamo prevenire completamente comportamenti opportunistici, nessun sistema può farlo, tutti i meccanismi di distribuzione economica possono crearne, anche questo. In ogni caso i progetti che vogliono accedere alla parte pubblica del fondo debbono essere approvati da un funzionario pubblico. Dopo di che i progetti possono rimanere sulla piattaforma e continuare a chiedere fondi alla comunità, quindi fondi privati, anche se non è stato approvato il progetto di investimento pubblico.

Come considerate la qualità dei progetti caricati?
Prima del lancio del progetto siamo stati molto criticati perche molti sostenevano che questo tipo di sistema avrebbe supportato i progetti di scarso valore artistico ma molto popolari. Finora non è stato così. Abbiamo finanziato 18 progetti, 16 dei quali sono stati caricati da artisti professionisti con lavori che rientravano nei loro standard professionali. Sembrerebbe che i progetti per così dire popolari spesso abbiano già i propri canali di finanziamento e tra l'altro sono quelli che hanno più facilità nel vendere biglietti, l'extra lavoro che servirebbe per mobilitare l'audience aggiungerebbe probabilmente poco alle loro risorse. Quindi riteniamo che mediamente la qualità dei progetti sia alta. Per esempio lo spettacolo "Avatarvaro" che è stato finanziato tramite il sistema, ha debuttato in un teatro della periferia di Stoccolma e grazie al coinvolgimento degli spettatori - come crowdfunder - sono riusciti a raggiungere le 8 performance ed adesso lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro Reale. Un grande risultato e crediamo che il crowdfunding abbia giocato un ruolo.

Pensate che il sistema abbia influenzato anche la qualità dei progetti?
Si, crediamo che i creativi siano molto coerenti nelle loro attività di creazione, ma un certo effetto c'è stato certamente. L'interesse a coinvolgere il pubblico sin dalle fasi iniziali del progetto aiuta l'artista o il gruppo a crearsi delle priorità tra diversi progetti e approcci. Inoltre in molti casi (specialmente nelle perfomance teatrali) abbiamo notato che le compagnie, i gruppi di artisti, sono seguiti da un pubblico maggiore di quello che hanno mediamente.

Quali sono i prossimi sviluppi del sistema?
Per il momento ci sono tre fondi attivi nel sistema. il prossimo fondo aprirà il 9 aprile e rimarrà aperto fino all'1 agosto. Durante il 2010 ed il 2011 abbiamo fatto test estensivi sulla logica del sistema e dal 2012 abbiamo lanciato un modello scalabile che può definire fondi multipli secondo diversi criteri. Un criterio può essere di tipo geografico (un fondo che investe in progetti di un certo territorio), di tipo espressivo (danza, teatro) o di tipo tematico (democrazia, giovinezza ecc..).

Considererete anche partenariati con altre pubbliche amministrazioni in Europa, in particolare nel prossimo periodo di programmazione 2014 - 2020?
Certamente. La piattaforma, i termini, l'interfaccia, adesso sono in tedesco ed in inglese ma può facilmente essere tradotta in ogni linguaggio e c'è un supporto multi linguaggio anche per i contenuti generati dagli utenti, i progetti. Speriamo di riuscire a realizzare dei bandi in differenti regioni ed in questo modo supportare il lavoro degli artisti dal basso.

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