mercoledì 28 marzo 2012

Esclusiva di funzionario3.0: intervista all'ideatore di Crowdculture.se


Il precedente post che presentava il caso studio di Crowdculture.se ha suscitato molto interesse. Ho quindi pensato di contattare gli autori di Crowdculture e fare alcune domande per approfondire il sistema.
Come ho già descritto precedentemente, la peculiarità di Crowdculture è di essere una piattaforma di finanziamento crowd, che raccoglie cioè tantissimi micro finanziatori e, con la modalità dei social network, li convoglia verso i progetti caricati sulla piattaforma . Chiunque può sottoporre all'attenzione della comunità di crowdculture i propri progetti artistici e chiedere di essere finanziato. A rendere particolare crowdculture, rispetto ad altri sistemi di crowdfunding è comunque il fatto che questa piattaforma preveda anche la gestione di finanziamenti pubblici che anzi vengono erogati solo nel caso in cui il progetto abbia ottenuto fondi dalla comunità. Ecco alcune domande che ho sottoposto a Max Valentin, il CEO di Fabel Communication, la società che cura lo sviluppo della piattaforma Crowdculture.se

Ciò che colpisce chi sente parlare per la prima volta del vostro sito è che, a differenza di altri sistemi di crowdfunding, in questo caso i progetti vengono anche confinanziati dal settore pubblico ed anzi, il finanziamento pubblico è determinato dall'ammontare di "crowd money" che un progetto riesce a raccogliere. Avete pensato a come prevenire comportamenti opportunistici? In che percentuale viene finanziato ogni progetto dal pubblico?

Le domande sono connesse e forse non sono quelle più facili a cui rispondere. I fondi pubblici che raccogliamo per gli investimenti in arte sono fissi. Diciamo € 3000 al mese. Questo perchè i partner, pubblici o privati, hanno la necessità di stabilire un budget per i propri investimenti, ma anche perchè vogliamo evitare di finire il denaro all'inizio dell'anno: le possibilità di essere finanziati dal settore pubblico non possono essere basate su un vantaggio dovuto al diverso accesso alle informazioni. La parte "crowd" è invece dinamica, in quanto non sappiamo quante persone investiranno in un determinato progetto. Questo significa che le due parti differiscono nel tempo e noi riallineiamo questa relazione ogni 15 minuti.
Ovviamente non possiamo prevenire completamente comportamenti opportunistici, nessun sistema può farlo, tutti i meccanismi di distribuzione economica possono crearne, anche questo. In ogni caso i progetti che vogliono accedere alla parte pubblica del fondo debbono essere approvati da un funzionario pubblico. Dopo di che i progetti possono rimanere sulla piattaforma e continuare a chiedere fondi alla comunità, quindi fondi privati, anche se non è stato approvato il progetto di investimento pubblico.

Come considerate la qualità dei progetti caricati?
Prima del lancio del progetto siamo stati molto criticati perche molti sostenevano che questo tipo di sistema avrebbe supportato i progetti di scarso valore artistico ma molto popolari. Finora non è stato così. Abbiamo finanziato 18 progetti, 16 dei quali sono stati caricati da artisti professionisti con lavori che rientravano nei loro standard professionali. Sembrerebbe che i progetti per così dire popolari spesso abbiano già i propri canali di finanziamento e tra l'altro sono quelli che hanno più facilità nel vendere biglietti, l'extra lavoro che servirebbe per mobilitare l'audience aggiungerebbe probabilmente poco alle loro risorse. Quindi riteniamo che mediamente la qualità dei progetti sia alta. Per esempio lo spettacolo "Avatarvaro" che è stato finanziato tramite il sistema, ha debuttato in un teatro della periferia di Stoccolma e grazie al coinvolgimento degli spettatori - come crowdfunder - sono riusciti a raggiungere le 8 performance ed adesso lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro Reale. Un grande risultato e crediamo che il crowdfunding abbia giocato un ruolo.

Pensate che il sistema abbia influenzato anche la qualità dei progetti?
Si, crediamo che i creativi siano molto coerenti nelle loro attività di creazione, ma un certo effetto c'è stato certamente. L'interesse a coinvolgere il pubblico sin dalle fasi iniziali del progetto aiuta l'artista o il gruppo a crearsi delle priorità tra diversi progetti e approcci. Inoltre in molti casi (specialmente nelle perfomance teatrali) abbiamo notato che le compagnie, i gruppi di artisti, sono seguiti da un pubblico maggiore di quello che hanno mediamente.

Quali sono i prossimi sviluppi del sistema?
Per il momento ci sono tre fondi attivi nel sistema. il prossimo fondo aprirà il 9 aprile e rimarrà aperto fino all'1 agosto. Durante il 2010 ed il 2011 abbiamo fatto test estensivi sulla logica del sistema e dal 2012 abbiamo lanciato un modello scalabile che può definire fondi multipli secondo diversi criteri. Un criterio può essere di tipo geografico (un fondo che investe in progetti di un certo territorio), di tipo espressivo (danza, teatro) o di tipo tematico (democrazia, giovinezza ecc..).

Considererete anche partenariati con altre pubbliche amministrazioni in Europa, in particolare nel prossimo periodo di programmazione 2014 - 2020?
Certamente. La piattaforma, i termini, l'interfaccia, adesso sono in tedesco ed in inglese ma può facilmente essere tradotta in ogni linguaggio e c'è un supporto multi linguaggio anche per i contenuti generati dagli utenti, i progetti. Speriamo di riuscire a realizzare dei bandi in differenti regioni ed in questo modo supportare il lavoro degli artisti dal basso.

martedì 27 marzo 2012

La strategia Europa 2020 e la riforma degli appalti pubblici

La strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, adottata dall'Unione Europea in occasione del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo del 17 giugno 2010, avrà delle importanti ripercussioni anche sul codice degli appalti.

Quello degli appalti pubblici è infatti stato individuato come uno degli strumenti per raggiungere gli obiettivi strategici, in particolare quello di creare le condizioni per le imprese di innovare, incoraggiando un uso estensivo del Green Public Procurement (GPP - appalti verdi), supportando il passaggio ad un uso più efficiente delle risorse e ad un'economia a basso impatto ambientale.

Si è così avviato un processo di revisione e modernizzazione dell'attuale legislazione dei contratti pubblici, per renderla più aderente al contesto politico, sociale ed economico.

L'Atto per il mercato unico
Il passo successivo è avvenuto in occasione della comunicazione del 13 aprile 2011 intitolata "Atto per il mercato unico: dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia", in cui la Commissione ha incluso tra le dodici priorità l'adozione da parte delle istituzioni dell'Unione Europea, prima della fine del 2012, di un quadro legislativo degli appalti pubblici modernizzato. Da parte sua, la Commissione si è impegnata ad adottare una proposta legislativa per "rivedere e modernizzare il quadro legislativo degli appalti pubblici, con una visione per rinforzare una policy bilanciata che costruisca una domanda per sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e beni, servizi e lavori innovativi". La revisione si pone inoltre l'obiettivo di rendere le procedure d'acquisto più semplici e flessibili e di facilitare l'accesso alle imprese, specialmente alle PMI.

Le proposte di revisione
Nel dicembre 2011, come annunciato nell'Atto per il mercato unico, la Commissione ha adottato la sua proposta sugli appalti pubblici. La proposta prevede la revisione delle direttive 2004/17/EC (acquisti nei settori dell'acqua, dell'energia, dei traporti e dei servizi postali) e la 2004/18/EC (lavori pubblici, forniture e servizi), oltre che l'adozione di una direttiva sulle concessioni, finora regolati solo parzialmente a livello europeo.
In particolare, per rendere le procedure più semplici e più flessibili, la commissione suggerisce di:
  • incrementare l'uso di procedure negoziali;
  • semplificare le procedure per le autorità locali e regionali, che potranno rimpiazzare le pubblicazioni dei singoli contratti con la pubblicazione di un avviso generale per gli acquisti che intendono fare durante il successivo anno;
  • ridurre la documentazione necessaria per poter partecipare alle gare. Questo obiettivo potrà essere conseguito in particolare attraverso l'obbligo di accettare le autodichiarazioni, solo il vincitore dovrà poi dimostrare di possedere i requisiti dichiarati. Inoltre la proposta proibisce alle stazioni appaltanti di richiedere agli operatori economici documenti già forniti negli ultimi quattro anni se questi sono ancora validi;
  • introdurre il passaporto europeo delle imprese, per facilitare la partecipazione di tutte le imprese dell'Unione;
  • utilizzare il più possibile l'electronic procurement con l'obiettivo di arrivare in breve tempo ad una completa digitalizzazione delle procedure d'acquisto;
  • abbreviare in generale i termini per le procedure;
  • ridurre gli obblighi di pubblicazione;
  • introdurre l'obbligo di suddividere in lotti gli appalti pubblici di valore eguale o superiore alla soglia Ue e comunque non inferiori a 500 mila € per renderli accessibili alle Pmi e obbligare a motivare la non suddivisione;
Le proposte della Commissione sono adesso passate al Concilio ed al Parlamento Europeo per la negoziazione e l'adozione. Per quanto riguarda la posizione italiana sulla proposta della Commissione, c'è da registrare la posizione dell'AVCP che "ritiene che le numerose e importanti novità contenute nelle proposte della Commissione Europea di revisione delle direttive in materia di appalti pubblici del 2004 ed in quella nuova in materia di aggiudicazione delle concessioni, fatta salva ogni opportuna valutazione di aspetti puntuali relativi ai contenuti ed alla redazione dei testi, debbano essere sostenute con convinzione dal Governo nella attuale fase di negoziato."

Tempi di attuazione
Se saranno adottate entro la fine del 2012, come previsto dall'Atto per il mercato unico, le Direttive verranno implementate dagli Stati Membri al massimo entro il 30 giugno 2014.

I documenti
Proposta di Direttiva sulle procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali -in sostituzione della Direttiva 2004/17

Proposta di Direttiva sulle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi - in sostituzione della Direttiva 2004/18

Documento di posizione dell'AVCP

lunedì 26 marzo 2012

Inail: nota su DURC - Intervento sostitutivo della stazione appaltante

L'art. 4 del DPR 207/2010 (il Regolamento del Codice degli appalti) prevede che, in presenza di un Durc con irregolarità nei versamenti, le stazioni appaltanti si sostitutiscono al debitore principale versando le somme dovute per l'appalto direttamente agli Istituti o alle casse.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con la circolare 3/2012 del 16 febbraio, ha fornito le indicazioni operative per attivare l"intervento sostitutivo".
Il 21 marzo scorso, L'Inail, con nota n. 2029, ha illustrato le procedure da seguire per applicare la norma, con istruzioni pratiche per i pagamenti ed i facsimile di comunicazione che le stazioni appaltanti possono utilizzare per le comunicazioni all'Inail.

Inail - nota 2029 del 21 marzo 2012

domenica 25 marzo 2012

Tar Sardegna marzo 2012: le disposizioni dei bandi di gara che prevedono cause di esclusione debbono essere interpretate in senso restrittivo

Dalla sentenza 298 del 20 marzo 2012 del Tar Sardegna:
"(...) Non è superfluo osservare, a questo proposito, come il principio fondamentale secondo cui le disposizioni dei bandi di gara che prevedono cause di esclusione debbono essere interpretate in senso restrittivo, riceva una ulteriore conferma dalla disciplina di cui all'art. 46, comma 1-bis, del codice dei contratti pubblici, introdotto dall’art. 4, comma 2, lett. d), del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, sulla tassatività delle cause di esclusione. Si osservi, inoltre, che il bando di gara, nel caso di specie, risulta esser stato pubblicato il 24 giugno 2011; nella vigenza, dunque, della disposizione appena richiamata."
Il testo della sentenza (dal sito del Tar Sardegna)
Decreto legge 13 maggio 2011 n.70 (Decreto sviluppo 2011)

Segnalato da appaltieassicurazioni.blogspot.it

mercoledì 21 marzo 2012

Nuovi modelli di Business per la PA: il caso Crowdculture.se.

In un momento di particolare ristrettezza di fondi pubblici, può essere interessante andare alla ricerca di nuovi modelli di business anche per la Pubblica Amministrazione.
Il Crowdfunding, ad esempio, è una modalità di finanziamento dal basso che ha permesso l'avvio di numerose startup grazie a piattaforme online che raccolgono micro finanziamenti e li fanno convergere verso le iniziative più interessanti.
In effetti, girando un po' per la rete, si scopre che qualche pubblica amministrazione sta già provando a mutuare queste modalità.
Crowdculture.se, ad esempio, è un nuovo sito di crowdfunding per progetti artistici e creativi. Il sito lavora grosso modo come altri siti di crowdfunding, tranne che per il fatto che la piattaforma mixa finanziamenti privati e pubblici.
Da questo punto di vista, la piattaforma può anche essere vista come un'alternativa ai tradizionali sistemi di concorso pubblico, che innova sia le modalità di presentazione dei progetti, sia la fase di selezione, sia quella di finanziamento.
Ci si può iscrivere a Crowdculture per caricare il proprio progetto culturale, richiedendo un finanziamento; come sostenitore per almeno tre mesi, decidendo via via, in tempo reale, quale iniziativa sostenere tra quelle caricate sulla piattaforma; ci si può infine iscrivere come finanziatore e creare un fondo a cui i creativi possono chiedere supporto, stabilendo i criteri che i progetti debbono avere per poter chiedere un aiuto.
L'innovazione più rilevante consiste comunque nel fatto che è la comunità di Crowdculture a decidere come destinare la quota di finanziamento pubblico: questa infatti è determinata da quanto è forte il sostegno dei privati.
Il meccanismo della competizione tra i progetti è evidentemente il deterrente più forte ad eventuali comportamenti opportunistici, tuttavia a disincentivarli ulteriormente contribusicono anche le regole che stabiliscono che vengano finanziati solo i progetti che riescono a raggiungere il 100% del finanziamento e che le quote di entrata dei sostenitori privati (50 sek al mese per almeno tre mesi) siano comunque a fondo perduto e che quindi, se non viene raggiunto il target del 100%, contribuiscano al finanziamento di altri progetti.
La piattaforma è in fase di test dalla primavera del 2010 e finora la stanno utilizzando tre regioni svedesi: la regione di Blekinge, quella di Southern Småland ed il comune di Sörmland. Da questo primo test sta comunque emergendo che la gestione di un progetto su Crowdculture è molto più economica di quella in cui la selezione e la valutazione delle iniziative da finanziare siano svolte in maniera tradizionale ed affidate, ad esempio, ad una commissione di esperti, rendendo più efficace ed efficiente la spesa pubblica. Un ulteriore vantaggio, connesso specificatamente alla partecipazione dei cittadini al cofinanziamento ed alla scelta delle iniziative da finanziare, consiste anche nel maggiore interesse e nel maggiore coinvogimento rispetto alle iniziative stesse, oltre che naturalmente al maggior coinvogimento finanziario dei privati.

Crowdculture.se

lunedì 19 marzo 2012

Politica di coesione 2014 - 2020: il Quadro Strategico Comune

In un precedente post di questo blog ho riepilogato, sinteticamente, i passaggi che sono già stati svolti nel processo di definizione della politica di coesione 2014 - 2020.

E' già tempo di aggiornamenti dato che, il 12 marzo, la Commissione ha presentato il "Quadro strategico comune" (QSC), il documento di lavoro che servirà da base per gli stati e le regioni per definire i contratti di partnership con la Commissione. Attraverso lo strumento del QSC si vorrebbe ottenere una maggiore coerenza tra gli obiettivi indicati nel documento Europa 2020 e la programmazione degli investimenti che saranno realizzati sul territorio europeo nel periodo 2014 - 2020.
Al tempo stesso si vorrebbe ottenere una maggiore integrazione tra gli interventi in capo ai diversi fondi - il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)- ed ottimizzarne l'impatto.
È possibile inviare commenti sul QSC alla Commissione europea tramite e-mail: REGIO-CSF@ec.europa.eu.

Quadro Strategico Comune prima parte

Quadro Strategico Comune seconda parte

venerdì 16 marzo 2012

L'Accademia della Crusca e l'atto amministrativo

Ho già parlato, in un post precedente, dell'antilingua e dei documenti - linee guida, manuali, raccolte di esempi- che via via sono stati prodotti da diverse Amministrazioni proprio per superare il burocratese.
In effetti si è trattato di un vero e proprio movimento, nato nei paesi anglosassoni con il nome di Plain Language Movement, volto a semplificare il linguaggio delle Pubbliche amministrazioni, nella convinzione che la trasparenza e la partecipazione dei cittadini non può che passare dalla semplificazione e da una maggiore chiarezza dei documenti prodotti dalle organizzazioni burocratiche.
In Italia tale movimento ha raggiunto il suo apice con la Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi del Ministero della Funzione pubblica, del maggio del 2002.
Ora a rilanciare il tema della semplificazione del linguaggio della Pubblica Amministrazione stanno contribuendo due fenomeni insospettabili: la digitalizzazione delle PA, con l'emanazione del nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale e il movimento degli Open Data.
A cogliere queste connessioni ed a riprendere molto concretamente il tema della semplificazione dei testi amministrativi è, nel 2011, la Guida alla redazione degli atti amministrativi, curata dall'Accademia della Crusca in collaborazione con l'Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica.
Nelle parole degli autori della Guida:
La recente pubblicazione del Codice dell’amministrazione digitale è l’ultimo atto di un più che decennale percorso normativo che intende sostituire una pubblica amministrazione composta da monadi non comunicanti con un unico sistema informativo pubblico fortemente interconnesso.
In tale quadro l’interoperabilità dei dati è elemento centrale. È ovvio che gli standard linguistico-documentari prima ancora che quelli tecnico-informatici faciliteranno tale interoperabilità. La diffusione delle tecnologie digitali in ambito pubblico senza l’abbandono di un linguaggio farraginoso e oscuro rischia di trasferire la gestione e il controllo dell’informazione dall’ambito politico-amministrativo a quello tecnico, e di mettere in discussione i ruoli d’imparzialità e di garanzia propri della pubblica amministrazione.
Guida alla redazione degli atti amministrativi

mercoledì 14 marzo 2012

Codice dell'Amministrazione Digitale: lo stato di attuazione

Un interessante documento, elaborato da DigitPA ed aggiornato al 28 febbraio scorso, fa il punto sullo stato di attuazione del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), in particolare per quanto riguarda le regole tecniche e le linee guida, fondamentali per concretizzare le innovazioni introdotte dal Codice.

Quadro sinottico sullo stato di attuazione del CAD
"La saggezza è lasciar crescere ciò che nasce, gustare ciò che è maturo e lasciar perdere ciò che è morto." [Keshavjee S.]

martedì 13 marzo 2012

Autovalutazione nella PA: il modello CAF.

Migliorare un'organizzazione è un compito complesso. Partire da un'autovalutazione può essere particolarmente efficace in quanto può contribuire a chiarire gli obiettivi, identificare i progressi già conseguiti, promuovere e condividere le buone pratiche nelle diverse aree organizzative, coinvolgere il personale nel processo di miglioramento. Inquadrare il processo di autovalutazione nel quadro logico della Qualità totale fornisce inoltre un'insieme di strumenti e metodi rigorosi e ampiamente sperimentati in contesti pubblici e privati.
Il Common Assessment Framework (CAF – Griglia Comune di Autovalutazione) è uno strumento di Total Quality Management ispirato dal modello di eccellenza EFQM della European Foundation for Quality Management (EFQM) e dal modello Speyer della German University of Administrative Sciences.
Il CAF è il risultato della cooperazione tra i Ministri responsabili delle funzioni pubbliche dell’Unione Europea. E’ stato sviluppato sotto l’egida dell’ IPSG (Innovative Public Services Group), un gruppo di lavoro di esperti nazionali istituito dai Direttori Generali delle funzioni pubbliche allo scopo di promuovere attività di scambio e cooperazione in materia di politiche innovative di modernizzazione del settore pubblico negli Stati Membri.

Il CAF si presenta come uno strumento di facile utilizzo pensato per introdurre le pubbliche amministrazioni all’uso di tecniche di gestione della qualità finalizzate al miglioramento della performance.



Dal punto di vista operativo, si tratta di una griglia di autovalutazione strutturata attorno a nove criteri che descrivono un'organizzazione. I Criteri da 1 a 5 si riferiscono ai fattori abilitanti (leadership, personale, politiche e strategie, partnership e risorse): ciò che l’organizzazione fa e l’approccio utilizzato per conseguire i risultati prefissati. Con i criteri da 6 al 9 vengono misurati e valutati i risultati ottenuti relativamente ai cittadini/clienti, al personale, alla società e alle performance chiave, attraverso misure di percezione e indicatori di funzionamento. Ciascun criterio è articolato in una serie di sottocriteri.

Sul portale PAQ - Pubblica Amministrazione di Qualità, sviluppato dal Dipartimento della Funzione Pubblica in collaborazione con Formez e Confindustria, Cittadinanzattiva, Ministero di Giustizia, Ministero della Pubblica Istruzione, Regioni e le amministrazioni locali - sono disponibili numerosi strumenti (format, questionari, matrici, esempi ecc...) per utilizzare la griglia di autovalutazione.
Vai alla pagina www.qualitapa.gov.it/autovalutazione/

domenica 11 marzo 2012

Terzo ciclo di seminari online sui dati aperti

Su dati.gov.it, il portale del Governo italiano dedicato agli open data, sono aperte le iscrizioni per il terzo ciclo di webinar (seminari online) sui dati aperti.

Link per iscriversi

giovedì 8 marzo 2012

Storify: Decreto semplificazioni

Le ultime dal Web sul Decreto semplificazioni:

“Responsabilita' Solidale Appalti, le novita' nel decreto semplificazioni bit.ly/zZkRrO

“Pubblica amministrazione "esclusivamente" on line dal 2014 :: Decreto semplificazioni ::Diritto & Diritti: diritto.it/docs/5088225-pu... via @AddThis

Gli aggiornamenti continuano sullo storify dedicato al decreto:
[View the story "Decreto semplificazioni" on Storify]

mercoledì 7 marzo 2012

L'antilingua

Chi parla l'antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: "io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso".

Dove trionfa l'antilingua - l'italiano di chi non sa dire "ho fatto" ma deve dire "ho effettuato" - la lingua viene uccisa.


Italo Calvino

Qualche indicazione per evitare l'antilingua:
- Tecniche di semplificazione del linguaggio(Dipartimento della Funzione Pubblica)
- Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi(Dipartimento della Funzione Pubblica)
- Scrivere Chiaro (Commissione Europea)
- Manuale di scrittura amministrativa (Agenzia delle Entrate / Università di Pisa)
- Sopravvivere alla Pubblica Amministrazione. Guida alla semplificazione del linguaggio ovvero sfida al burocratese (Provincia di Perugia)
- Bestiario (Provincia di Perugia)

lunedì 5 marzo 2012

Soglie comunitarie: le novità per il 2012.

Un "post - memo" per ricordare che sono cambiate, dal primo gennaio di quest'anno le soglie dei contratti pubblici di rilevanza comunitaria, riportate all'art. 28 del Codice dei Contratti.
Infatti, con il Regolamento (CE) n. 1251/2011 della Commissione del 30 novembre 2011 sono state modificate le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 2004/17/CE, 2004/18/CE e 2009/81/CE e conseguentemente lo stesso art. 28 del D.lgs 163/2006.
In virtù di questo intervento le soglie per i settori ordinari sono ora:
- 130.000 euro, per gli appalti pubblici di forniture e di servizi aggiudicati dalle amministrazioni aggiudicatrici che sono autorità governative centrali indicate nell'allegato IV del Codice dei Contratti;
- 200.000 euro, per gli appalti pubblici di forniture e di servizi aggiudicati dalle altre stazioni appaltanti (in precedenza la soglia era pari a 193.000 euro);
- 5.000.000 euro per gli appalti di lavori pubblici e per le concessioni di lavori pubblici.


Regolamento (CE) n. 1251/2011

giovedì 1 marzo 2012

Politica di coesione 2014-2020: dalla strategia Europa 2020 alla proposta di nuovi regolamenti per i fondi strutturali

Il processo di concreta definizione della politica di coesione 2014 - 2020 è in pieno svolgimento ed è opportuno seguirlo da vicino.
In questo post cercherò di riepilogare, molto sinteticamente, i passaggi che sono già stati svolti, indicando anche alcuni documenti ufficiali e di approfondimento utili.

Europa 2020
Il processo ha avuto di fatto avvio con la definizione della strategia Europa 2020, adottata dall'Unione Europea in occasione del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo del 17 giugno 2010, che pone cinque ambiziosi obiettivi - in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia – da raggiungere entro il 2020:
- il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
- il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in ricerca e sviluppo (R&S);
- il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma;
- 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà;
- i traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti.

Accanto a tali obiettivi la strategia definisce tre priorità:
crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione;
crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;
crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

Il 29 giugno 2011 la Commissione ha poi definito una proposta di quadro finanziario
pluriennale per il periodo 2014-2020:un bilancio per la strategia Europa 2020.

I nuovi regolamenti dei fondi strutturali
La Commissione europea, il 6 ottobre 2011, ha adottato il progetto di un pacchetto di misure legislative che definiscono le linee della politica di coesione 2014-2020. Le nuove proposte sono state pensate per rafforzare la dimensione strategica della politica e garantire che gli investimenti dell'UE siano utilizzati per gli obiettivi europei a lungo termine di crescita e occupazione ("Europa 2020"). Da un punto di vista operativo, le principali caratteristiche della nuova serie di programmi sono la semplificazione dell'esecuzione, l'attenzione ai risultati e un maggiore ricorso alla condizionalità.
In concreto, le proposte della Commissione riguardano:
• un regolamento di carattere generale che definisca le norme comuni per il Fondo europeo di sviluppo regionale(FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e ulteriori norme generali per l’FESR, l’FSE e il Fondo di coesione;
• tre regolamenti specifici per il FESR, l’FSE e il Fondo di coesione;
• due regolamenti relativi all’obiettivo di cooperazione territoriale europea e al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)


Altri documenti utili:
Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
Panorama n. 40 - Rivista della DG Politica Regionale. In questo numero, una sintesi delle proposte ed i commenti di alcuni dei soggetti principali coinvolti.
Simplifying Cohesion Policy for 2014-2020

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