giovedì 17 ottobre 2013

Crowdfunding: consultazione della Commissione Europea

European Commission logoLa Commissione Europea sta studiando da tempo il fenomeno del Crowdfunding.  La consultazione pubblica lanciata ad ottobre intende esplorare come l'azione dell'Unione Europea possa promuovere il crowdfunding.
Tutti sono chiamati a rispondere al questionario.

Come detto la consultazione in corso è l'ultimo di una serie di ragionamenti che la Commissione sta svolgendo sul ruolo del crowdfunding e sulle azioni che potrebbero essere intraprese per facilitarne la diffusione. Ecco una sintesi delle principali tappe del ragionamento.

Entrepreneurship 2020
Il piano d'azione Entrepreneurship 2020  mira ad accrescere il livello di occupazione in Europa. In qusto documento gli Stati Membri sono invitati a valutare la necessità di cambiare le legislazioni finanziarie nazionali per facilitare l'adozione di nuove forme di finanziamento per le start up e le PMI in particolare attraverso le piattaforme di crowdfunding.

Il libro verde Long Term Financing of the European economy.
Anche le risposte alla consultazione sul green paper "Long Term Financing of the European economy" hanno confermato che il crowdfunding, assieme ad altre iniziative, può giocare un ruolo nel promuovere l'accesso alla finanza per una crescita sostenibile e inclusiva.

Il convegno sul crowdfunding
Il convegno di giugno ha poi ribadito la necessità di continuare ad esplorare come agevolare la crescita dei sistemi di crowdfunding studiando contemporaneamente come tutelare i sottoscrittori.

Peraltro l'Italia in questo campo sta svolgendo un ruolo di laboratorio, avendo già attivato una normativa ad hoc anche se non sempre (vedi ad esempio il CAD) una normativa all'avanguardia produce esperienze all'avanguardia.


venerdì 24 maggio 2013

Lo zen e le quattro vie della trasparenza nella Capacità Istituzionale


Apparso su InnovatoriPa.it 
Di cosa parliamo quando parliamo di trasparenza? Nel novembre dello scorso anno i servizi della Commissione, nel position paper sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi in Italia per il periodo 2014-2020, hanno richiamato più volte l’attenzione sulla necessità di rendere più trasparente l’azione amministrativa, ponendo questa esigenza tra le principali sfide per accrescere la capacità istituzionale e quindi migliorare l’uso dei fondi strutturali in Italia.
E’ il tema del momento, eppure sia nel confronto tra colleghi, sia leggendo le discussioni sul web si incappa in pareri e opinioni anche molto distanti tra loro. Di trasparenza si parla quando ci si riferisce ai dati pubblici come “il nuovo petrolio”, quando si invoca maggiore trasparenza in ottica anti corruzione, quando si paventa il rischio che il tutto si risolva in un ulteriore serie di adempimenti o addirittura in una cortina fumogena (tra i tanti post di queste settimane si possono vedere ad esempio 1 , 2 , 3 ) E' evidente come ci siano tanti aspetti da considerare, un po' come in quella storia zen in cui un elefante viene descritto da un gruppo di persone bendate. Ognuno mette in risalto una caratteristica differente.

Anche la trasparenza è un animale complesso. Ma la domanda che dobbiamo farci, nel nostro caso è, tra i tanti aspetti della trasparenza quali sono quelli in grado di attivare la capacità istituzionale? Le quattro letture che segnalo di seguito affrontano quattro modi in cui la Trasparenza può rendere le amministrazioni più capaci. Ecco una prima guida al Tao della trasparenza.

LA PRIMA VIA DELLA TRASPARENZA: LA SEMPLIFICAZIONE
Tra gli elementi fondamentali della capacità istituzionale, la trasparenza è il termine più ricercato negli ultimi mesi in Italia su Google. C’è un aspetto che secondo me è curioso e meriterebbe un approfondimento: nel medesimo periodo l’interesse per il termine “semplificazione” decade fino a quasi scomparire.
 
Eppure i due elementi hanno tra loro un legame molto stretto: rendere trasparenti e visibili dei processi molto complicati può essere molto frustrante e addirittura vanificare l’obiettivo e portare a parlare di opacità per confusione. Se i processi fossero lineari si direbbe solo che c’è abbondanza di dati.
Non è dunque un caso che la Commissione, nelle proposte di Regolamento enfatizzi la semplificazione dei processi e delle norme:
attraverso l’utilizzo di norme più semplici e comprensibili per gli attori coinvolti, e quindi rinforzando la certezza giuridica, la semplificazione potrà aiutare a ridurre gli errori e aumentare le garanzie fornite dai sistemi nazionali di attuazione.
Un primo appunto che si può annotare in termini di capacità istituzionale è che la trasparenza, come capacità di rendere comprensibili le proprie azioni, è possibile solo se sono comprensibili anche i processi a cui si da accesso.

LA SECONDA VIA DELLA TRASPARENZA: L’ACCOUNTABILITY
Una convinzione alla base della richiesta di maggiore trasparenza è che questa porti a sviluppare una maggiore responsabilità da parte delle strutture istituzionali ed in particolare di quelle amministrative. Nei termini dello sviluppo della Capacità istituzionale dobbiamo chiederci: più trasparenza genera sempre più accountability, più responsabilità? Innanzittutto sia la trasparenza che l'accountability sono termini relazionali: chi dev'essere trasparente verso chi? Chi deve rendere conto a chi?
Ci sono almeno quattro punti da considerare per provare a dare una risposta.
1. Diversi obiettivi della trasparenza: accountability istituzionale vs individuale.
In alcuni casi la trasparenza è focalizzata a contrastare i fenomeni di corruzione e quindi si concentra sugli aspetti penali, individuali. In altri casi è invece volta ad incoraggiare un miglioramento della performance istituzionale. Questi due approcci possono non solo essere diversi ma a volte entrare in conflitto tra loro.
2. Dati o informazioni
Un secondo dilemma riguarda la differenza tra i dati da divulgare e le informazioni davvero rilevanti.
3. Le due facce della trasparenza
Come si può spiegare che alcune forme di trasparenza portino all'accountability mentre altre no? Perché la trasparenza, può essere chiara o opaca a seconda che le informazioni disseminate rivelino come effettivamente le istituzioni si comportino in pratica oppure no. Ma una trasparenza chiara non è sufficiente a garantire una vera accountability.
4. Dalle due facce della trasparenza alle due facce dell'accountability.
Infatti anche l'accountability può essere blanda o sostanziale. Il diritto fondamentale di “avere una risposta” è alla base dell'accountability ma non è sufficiente: la vera accountability si ha quando c'è una sanzione alla mancanza di risposta o ad una risposta insufficiente.
Possiamo scorgere una seconda raccomandazione per le azioni di rinforzo e costruzione della capacità istituzionale: la trasparenza non porta necessariamente all’accountability.

LA TERZA VIA DELLA TRASPARENZA: L’INFOTOPIA
Per rendere la trasparenza un meccanismo veramente efficace si debbono mirare le azioni e redistribuire le informazioni, pubbliche o private, esattamente come altre risorse. Questa è l'ipotesi di Infotopia che contiene anche un'interessante critica alla sopravvalutazione di un'altra utopia, quella dell'Open Government. L’opinione pubblica è spesso pessimista sull’operato dei Governi e l’Open Government può paradossalmente limitarsi a rinforzare sistematicamente tali percezioni negative se non altro perché in genere fanno più notizia le informazioni che mettono in rilievo gli sprechi e le frodi (ad esempio in questo articolo relativo ai Fondi strutturali). Secondo l'approccio alla trasparenza di Infotopia la funzione pubblica più importante, quella che può rendere veramente effettiva la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni intermedie ai processi decisionali, non è tanto il rilascio dei dati riguardanti il funzionamento delle amministrazioni, ma piuttosto la regolazione dell'accesso alle informazioni strategiche, pubbliche o private che siano.
 
LA QUARTA VIA DELLA TRASPARENZA: ATTIVARE IL PARTENARIATO E I CITTADINI
La trasparenza può essere utilizzata come leva per mobilitare i partenariati e per far si che i processi decisionali si svolgano nella maniera più corretta. Trasparenza e apertura delle informazioni sono elementi fondamentali anche nel documento metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014 2020. La Trasparenza è anche in questo caso uno strumento utile alla costruzione di capacità istituzionale: viene infatti evidenziato “(...) il potenziale di innovazione e di mobilitazione di cittadini, singoli e organizzati, che il rilascio dei dati può innescare. È questa la condizione affinché i cittadini, singoli o organizzati, possano esercitare una pressione sugli amministratori, spronandoli a far bene.(...).
La necessità di far leva sulla “Trasparenza” viene evidenziata anche in altri passaggi: “Sarà necessaria la massima trasparenza delle decisioni di spesa sotto tali vincoli (il patto di stabilità n.d.b.), in assenza della quale, è forte il rischio di una competizione distorta tra priorità di spesa, con l’effetto di rendere intenzionalmente sostitutivo l’utilizzo dei fondi strutturali in alcuni settori di intervento. “

sabato 11 maggio 2013

Cos'è il semestre europeo?

Dal sito del Consiglio dell'Unione Europea


Cos'è il semestre europeo?
Il "semestre europeo" è un ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell'ambito dell'UE.
Si focalizza sul periodo di sei mesi dall'inizio di ogni anno, per questo si chiama "semestre".
Durante il semestre europeo gli Stati membri allineano le rispettive politiche economiche e di bilancio con gli obiettivi e le norme convenute a livello dell'UE. In tal modo, il semestre europeo mira a:  
  • garantire finanze pubbliche sane;
  • promuovere la crescita economica;
  • prevenire squilibri macroeconomici eccessivi nell'UE.

Chi fa cosa nel semestre europeo? [Infographic]

martedì 7 maggio 2013

#capacitaistituzionale: una tavola periodica degli elementi

Cross Post da InnovatoriPA

In rete periodicamente vi sono alcuni termini che diventano dei veri fenomeni virali, in grado di propagarsi in breve tempo tra milioni di utenti. Nel gergo di internet questi termini vengono definiti meme. Se c'è un concetto, un meme,  che dovrebbe diventare virale nell'ambito della pubblica amministrazione è quello di #capacitaistituzionale
Alcuni giorni fa leggevo su innovatoripa un post sulla necessità di passare dal dire, dal teorizzare e proporre esempi, al fare. Ecco, questo passaggio ha a che fare con la capacità istituzionale.Parlare di capacità istituzionale significa infatti da un lato descrivere il bicchiere mezzo pieno e quindi quello che le pubbliche amministrazioni riescono (comunque) a fare. Ma per un altro verso significa parlare del bicchiere mezzo vuoto e provare a ragionare e ad agire per riempirlo.
glasshalffullUn tempo il ragionamento su come riempire il bicchiere mezzo vuoto della pubblica amministrazione era del tipo “chi può insegnarci le capacità per riempire il bicchiere?” Ora, grazie alla rete, il ragionamento è più del tipo “di quali oggetti abbiamo bisogno? Come possiamo costruirli insieme?”

Mentre scrivo penso ai tanti ambiti in cui questo ragionamento è diventato l'essenza stessa della capacità istituzionale: dalla costruzione e  gestione dei partenariati, alla condivisione ed elaborazione di dati pubblici, alla stessa realizzazione di infrastrutture: per costruire capitale sociale, informazioni ad alto valore aggiunto o infrastrutture per le smart cities, le pubbliche amministrazioni devono interrogarsi su quali nuovi beni pubblici debbano mettere a disposizione e su come attivarsi per co-produrli assieme ai cittadini, alle imprese e ad altre pubbliche amministrazioni. Quando il risultato è stato positivo è stato anche grazie al surplus cognitivo delle persone coinvolte: dipendenti, partner, cittadini attivi. 
Ma la rete definisce in modo nuovo anche i problemi oltre che le modalità per affrontarli: si pensi a quella che è stata definita un'overdose di informazioni – che poi genera information anxiety – sia a livello individuale, di singolo funzionario, sia a livello istituzionale: è questo uno degli ambiti in cui la capacità di lavorare insieme, in rete, condividendo dubbi, tentativi di risposta e di costruzione tra pari di oggetti informativi, può davvero essere uno strumento fondamentale.
Insomma, gli elementi che compongono la capacità amministrativa sono stati profondamente innovati e paradossalmente un problema di overdose informativa lo si affronta anche quando si tenta di dare un ordine agli elementi che, combinandosi tra loro, determinano un'azione amministrativa capace. 
Esiste una disciplina che ha individuato le modalità per scomporre in singoli elementi le storie ed i racconti: l'etnografia. Propp ad esempio ha individuato 31 funzioni, ricorrenti nelle narrazioni, che combinati tra loro possono ricostruire i racconti tradizionali. Nel caso della capacità istituzionale ho individuato 100 elementi ed ho provato a trovare un modo per ridurre l'information anxiety che un numero così elevato di componenti può generare. Un problema simile era stato affrontato da Mendeleev. Lui doveva dare ordine agli elementi chimici ed inventò la Tavola periodica degli elementi.
Nel nostro caso ecco invece la Tavola periodica della Capacità istituzionale:

Questo oggetto cognitivo può essere fruito in vari modi, voglio sottolinearne tre:

 1) Strumento di sistematizzazione degli elementi. 
Da questo punto di vista si tratta di un'infografica che da un ordine al campo di conoscenza della capacità istituzionale. Gli elementi sono organizzati, come nella tavola periodica originale, in gruppi verticali ed in blocchi che delimitano più gruppi. Così gli elementi che riguardano un argomento affine sono collocati vicini tra loro: abbiamo gli elementi di base (semplificazione, trasparenza, legalità), gli elementi legati al nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali, gli strumenti (amministrazione digitale, comunicazione, strumenti finanziari) i soggetti d'ausilio alla capacità istituzionale, gli approcci di management, le capacità trasversali individuali e collettive ecc..

 2) Glossario e strumento di autoformazione. 
Attraverso questa modalità la tavola può essere utilizzata come strumento informativo o di autoformazione sui singoli elementi. Una sorta di Hub della conoscenza relativa alla capacità istituzionale. Ogni sigla è linkata ad una o più risorse online: quando disponibile la voce di Wikipedia, oppure a glossari specialistici. Il nome per esteso è invece linkato a risorse di approfondimento: siti web istituzionali, video, articoli.

 3) Strumento di social tagging.
L'utilizzo più interessante secondo me è impiegare le voci della tavola per etichettare, per taggare e condividere il materiale disponibile su internet (articoli, post, infografiche, voci di wikipedia ecc...) e formare un sistema di conoscenza costruito socialmente relativo alle capacità che le pubbliche amministrazioni possiedono o debbono costruire. Questo potrà essere oggetto di un'ulteriore evoluzione della tavola.

Trasmissione dati contratti pubblici. Aggiornata a 40.000 euro la soglia minima per le comunicazioni obbligatorie.


Per gli appalti pubblicati dal 1 gennaio 2013, la soglia dei 150.000 euro prevista dal Codice dei contratti pubblici (art. 7, co. 8, DLgs 163/2006), è aggiornata al valore di 40.000 euro. E’ quanto previsto dal Comunicato del Presidente dell’Autorità del 29 aprile 2013, che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 maggio prossimo. La novità, che entrerà in vigore dalla pubblicazione in G.U. ed avrà validità retroattiva dal 1 gennaio 2013, riguarda le attività del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) il quale se in precedenza, per appalti compresi tra i 40 e i 150.000 euro, inviava all’Autorità solo una scheda di aggiudicazione semplificata, ora dovrà inviare tutti i dati sul ciclo di vita dell’appalto fino alla sua conclusione. Per tutte le fattispecie di importo inferiore o uguale a 40.000 euro, sarà necessaria la sola acquisizione dello SmartCIG.

sabato 4 maggio 2013

Guida alla lettura della bozza preliminare di Accordo di partenariato

Cross post da capacitàistituzionale.formez.it

L'Accordo di Partenariato è lo strumento previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione Europea per stabilire la strategia - risultati attesi, priorità, metodi di intervento - di impiego dei fondi comunitari per il periodo di programmazione 2014-2020.
La bozza preliminare pubblicata riguarda la “descrizione e motivazione delle scelte di investimento, evidenziando per ciascun obiettivo tematico i risultati attesi, le azioni conseguenti e il relativo fondo di finanziamento” (Sezione 1.3).
Questa guida alla lettura sintetizza tale sezione presentando per ogni obiettivo tematico un breve riassunto delle linee di indirizzo trategico ed i risultati attesi. Le icone, che identificano i 10 obiettivi tematici sono tratti da The Noun Project, un progetto di creazione di un linguaggio visivo universale completamente open source.


giovedì 2 maggio 2013

Il percorso di programmazione della politica di coesione 2014 2020

(Apparso su InnovatoriPA)
Con i confronti con la Commissione europea su alcune sezioni dell'Accordo di partenariato, si è svolto un importante passaggio del percorso di programmazione della politica di coesione 2014 2020.
Un diagramma di flusso, che sintetizza il percorso con cui si è arrivati a questa prima bozza di Accordo di partenariato. Può essere utile sia come riepilogo per chi si è perso una delle puntate precedenti o anche per chi semplicemente desidera avere un quadro d'insieme del percorso.
Il diagramma - disponibile anche sul focus capacitaistituzionale.formez.it - è stato elaborato attraverso il riuso degli abbondanti metadati sul processo rilasciati nei vari documenti di metodo dalla struttura del Ministro per la Coesione. Da questo punto di vista rappresenta un oggetto cognitivo che sarà aggiornato anche attraverso il lavoro in rete.
Premetto una breve legenda: nelle tre fasi in cui si è sviluppato ad oggi il processo (definizione metodologica e linea strategica, confronto istituzionale tecnico e decisionale, preparazione dei documenti) il diagramma sintetizza i soggetti coinvolti (i blocchi con fondo azzurro) ed i documenti prodotti  (blocchi con fondo giallo).

Nella fascia verticale, sulla destra, sono disponibili i link ai documenti prodotti in corrispondenza delle diverse fasi.

domenica 14 aprile 2013

Nuovi obblighi informativi per gli affidamenti ex art. 57 Codice dei contratti

Il D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicita', trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni" dispone, all'art. 37, comma 2, che: "Le pubbliche amministrazioni sono altresì a  pubblicare, nell'ipotesi di cui all'articolo 57, comma 6, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, la delibera a contrarre".

giovedì 11 aprile 2013

D.lgs. 33/2013: Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicita', trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle PA

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 5 aprile (supplemento ordinario) il decreto legislativo 33/2013, "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicita', trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni".
Il provvedimento entrerà in vigore il 20 aprile.

Lo Storify per approfondire

domenica 7 aprile 2013

Crowdsourcing: parere del Ministero del lavoro


Su istanza della Confindustria la Direzione Generale per l'attività ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha emesso un parere sul Crowdsourcing.
Il Ministero ha così chiarito che le società che si occupano di gestire siti internet di crowdsourcing non possono essere equiparate ad Agenzie per il lavoro e quindi non necessitano di autorizzazione preventiva da parte del Ministero.

Il testo completo dell'interpello

Mozilla Open Badges 1.0

La fondazione Mozilla ha annunciato il rilascio della versione 1.0 di Open Badges, un sistema open source di verifica e condivisione delle competenze acquisite in maniera formale o informale.
Mentre i sistemi e le opportunità di apprendimento, sia online che offline, sono sempre più vari e diffusi, i tradizionali sistemi di certificazione, come gli attestati ed i diplomi, non sembrano più essere sufficienti per mostrare le competenze che le persone effettivamente possiedono. D'altra parte altri sistemi alternativi di certificazione delle competenze hanno mostrato limiti sia in termini di dispersività che di credibilità.
Il progetto Open Badges intende dimostrare che la risposta risiede proprio nell'utilizzo dei badge digitali, nella possibilità di collezionarli in un unico spazio personale (il backpack), nella loro densità informativa (che rende verificabile l'effettivo contenuto dell'apprendimento) e nella possibilità di condividerli in diversi contesti (ad esempio sui social network, su siti di ricerca d'impiego o sul proprio sito web). Attualmente sono 600 le organizzazioni - tra cui Intel, Nasa, Disney - che adottano lo standard Open Badges, per un totale di 62.000 badges emessi.

Crowdfunding - Regolamento Consob in consultazione fino al 30 aprile

Un altro passo avanti nell'attuazione del Crowdfunding in Italia. E' stato pubblicato, da parte della Consob, la bozza di regolamento in materia di “raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line”. 
Le osservazioni al regolamento dovranno essere inviate entro il 30 aprile.

Viene dunque dato seguito a quanto previsto dal decreto crescita bis (dl n.179 del 18 ottobre 2012).

Con l'implementazione di questo provvedimento l'Italia si pone all'avanguardia nel c.d. equity crowdfunding.
Tuttavia vanno segnalati alcuni limiti:
Il Decreto stabilisce infatti che possono essere svolte on-line sole le offerte di strumenti partecipativi al capitale di rischio (ivi incluse le quote di s.r.l.) emesse da start-up innovative (a contenuto tecnologico, ovvero in uno dei settori individuati dalla legge sulle imprese sociali).

Viene inoltre riservato lo svolgimento dell’attività di gestione di portali on-line per la raccolta di capitali a banche e imprese di investimento autorizzate alla prestazione dei relativi servizi di investimento e ai soggetti iscritti in un registro tenuto dalla Consob.

martedì 19 marzo 2013

Influencer

Come si può applicare la teoria degli influencer alla Pubblica Amministrazione? In particolare riportandola al concetto di attivismo burocratico?
Per iniziare: una mini bibliografia ragionata.

The Tipping Point (2000) di Malcolm Gladwell: i movimenti della rete sono causati da tre tipi di influencer: i connettori, gli esperti (con un termine di origine Yiddish Gladwell li definisce i Mavens) ed i venditori.
Six Degrees/Weak Ties (2003) by Duncan Watts: L'analisi dei dati mostra che difficilmente sono gli influencer ad animare direttamente la rete ma piuttosto utenti medi.
One Percenters (2006) by Jackie Huba and Ben McConnell: sono i creatori di contenuto che, all'interno delle comunità di Internet guidano le conversazioni.
The Groundswell (2008) by Charlene Li and Josh Bernoff:  i movimenti iniziano con la creazione di comunità. I leader della comunità possono avere diversi ruoli, in particolare quelli di creatori di contenuti, critici e collettori.
Trust Agents (2009) by Chris Brogan and Julien Smith: Gli influencer sono persone che costruiscono relazioni e fiducia online in una comunità. La comunità si rivolge loro per consigli e, in particolare in condizione di incertezza, per capire in quale direzione dirigersi.
Free Agents (2010) by Beth Kanter and Allison Fine: gli influencer sono indipendenti dai tradizionali sistemi di comando e controllo delle organizzazioni tradizionali.



sabato 19 gennaio 2013

Ted Conference: come la trasparenza dei dati sta cambiando gli aiuti internazionali.

Una Ted Conference su come la trasparenza dei dati stia cambiando gli aiuti internazionali. Come ci assicuriamo che lo sviluppo e gli aiuti finanziari vadano veramente alle persone che ne hanno bisogno? Sanjay Pradhan della Banca Mondiale propone tre linee guida per aiutare le iniziative umanitarie ad avere un impatto maggiore -- frenando la corruzione. Un indizio: connettere coloro che stanno lavorando per cambiare i sistemi corrotti con i dati di cui hanno bisogno. 


Un documento sulle Smart Cities dall'Agenzia per l'Italia Digitale.

Il documento “Architetture informative per le Comunità Intelligenti: visione concettuale e raccomandazioni alla pubblica amministrazione”, è stato curato dall'Agenzia per l’Italia Digitale anche attraverso una consultazione pubblica.  La legge di conversione del decreto crescita, d.l. 179/2012, recepisce le indicazioni contenute nel documento che inoltre definisce il contesto di riferimento per la costruzione della Piattaforma nazionale delle comunità intelligenti (art.20, comma 9 del d.l. 179/2012) e fornisce utili elementi per una visione integrata e coerente del paradigma Smart City. Via Agenzia per l'Italia Digitale

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