martedì 3 aprile 2012

Social Impact Bond

Mi ha incuriosito un articolo del Corriere delle Comunicazioni in cui il coordinatore del gruppo di lavoro Smart Communities nella cabina di regia per l’Agenda digitale, Mario Calderini, parla di uno strumento finanziario, i Social Impact Bonds, per finanziare le Smart Communities.
Nell'intervista, i Social Impact Bonds vengono presentati come uno strumento attraverso il quale:
"(...)il capitale raccolto da investitori privati viene utilizzato per realizzare programmi che si propongono di ottenere specifici risultati sociali, come nel caso della smart communities. La logica su cui si basa il social impact bond è che gli interventi così finanziati costino meno degli interventi che il servizio pubblico dovrebbe mettere in atto con fondi propri, con un ingente risparmio per la pubblica amministrazione, risparmio poi utilizzato per remunerare gli investitori privati."
In effetti non si trova molta documentazione neppure in rete, dato che si tratta di uno strumento molto recente: le prime azioni pilota, in Gran Bretagna e successivamente negli Stati Uniti, risalgono al 2010. Ho quindi pensato di realizzare e mettere in rete la versione italiana della pagina inglese di Wikipedia che tratta dell'argomento.
Credo infatti che si tratti di uno strumento che meriti la giusta attenzione da parte delle pubbliche amministrazioni: un metodo innovativo di finanziamento di interventi in settori finora ritenuti poco interessanti per gli investitori privati come quelli della prevenzione nel campo del sociale o del settore sanitario. Il principio alla base è semplice: se le azioni di prevenzione hanno successo, verrà raggiunto un determinato obiettivo sociale (meno reati, meno ricoveri per una determinata patologia ecc...) che ridurrà la portata del problema ed i costi per la pubblica amministrazione che istituzionalmente deve affrontare tale problema. Questo meccanismo genererà un'economia che permetterà anche di remunerare gli investimenti privati.
Ad esempio, nel caso di uno dei primi Social Impact Bond sperimentati in Gran Bretagna, su un programma di recupero di carcerati, gli investitori vengono ripagati solo nel caso in cui il livello di recidiva dei detenuti, sottoposti a specifici interventi di recupero, rimanga sotto il 7% nei sei anni successivi al loro reinserimento in società. Sotto quel livello infatti, diminuiscono sensibilmente i costi per le amministrazioni coinvolte direttamente ed indirettamente: l'amministrazione carceraria, i servizi sociali, l'amministrazione giudiziaria ecc... permettendo così di remunerare il capitale investito.

Sarebbe interessante immaginare e progettare gli sviluppi dei Social Impact Bonds integrandoli con un'altra tipologia di strumento, il Crowdfunding, già approfondito da Funzionario3.0.

Qualche link per approfondire:

L'articolo sul Corriere delle comunicazioni


A Technical Guide to Developing Social Impact Bonds

I risultati del primo anno di attuazione di un programma di Social Impact Bonds


Un articolo sul Guardian

La pagina in italiano su Wikipedia

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